Il 17 giugno 2005 un piccolo gruppo di amici e appassionati di cultura libera fondava Wikimedia Italia. All’epoca Wikipedia aveva solo quattro anni, gli smartphone non avevano ancora segnato un cambiamento radicale per la tecnologia e i social network non avevano ancora rivoluzionato il modo di comunicare e condividere contenuti.

WikimediaItaliaCanino2005 Gruppo di M7, Pubblico dominio, Da Wikimedia Commons

Sono passati vent’anni, e Wikimedia Italia è diventata un punto di riferimento per la promozione del sapere libero nel nostro Paese. Un traguardo che racconta non solo una crescita numerica, ma soprattutto un’evoluzione collettiva, fatta di impegno, passione e visione.

ItWikiCon 2024 – Group photo NC 03 di Niccolò Caranti, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Un cammino fatto di persone che hanno creduto, e continuano a credere, che la conoscenza debba essere un bene comune, libero e accessibile a tutti. E proprio grazie a loro, Wikimedia Italia ha potuto realizzare progetti che hanno avuto un impatto concreto e duraturo.

Vent’anni di progetti per il sapere libero

Image for: Vent’anni di progetti per il sapere libero

Dal 2005 a oggi, Wikimedia Italia ha costruito, passo dopo passo, una rete sempre più ampia di collaborazioni, iniziative e comunità attive. Dietro ogni voce scritta, ogni fotografia condivisa, ogni mappa tracciata, ci sono storie di impegno collettivo e di fiducia nella forza della conoscenza aperta.

Valorizzazione del patrimonio culturale

Image for: Valorizzazione del patrimonio culturale
Edit-a-thon in Turin, Museo Egizio, April 2024 186 di Domenico Conte, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

In collaborazione con enti culturali italiani, soci e volontari, Wikimedia Italia ha reso disponibili online oltre 100.000 file legati all’immenso patrimonio culturale nazionale. Immagini, documenti e contenuti che oggi possono essere consultati e utilizzati liberamente da chiunque, in ogni parte del mondo.

Wiki Loves Monuments

Image for: Wiki Loves Monuments
Tramonto al Castello del Boccale di Pamyd85, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Attraverso il concorso fotografico più grande al mondo dedicato al patrimonio culturale, Wiki Loves Monuments, in Italia sono state raccolte 283.938 fotografie di monumenti, promuovendo oltre 260 gite in tutto il territorio nazionale. Ogni anno in media 750 fotografi partecipano attivamente e contribuiscono a documentare il paesaggio culturale italiano.

Collaborazioni con le università

Image for: Collaborazioni con le università
Science, technology, society and Wikipedia 2024 – group photo di Jaqen, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Numerose collaborazioni accademiche hanno permesso a centinaia di studenti e docenti di contribuire alla scrittura e al miglioramento delle voci di Wikipedia, rendendole più accurate, aggiornate e affidabili.

Mappe libere e accessibili

Image for: Mappe libere e accessibili
FOSS4G-IT – OSMit 2024 14 di Anisa Kuci, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Grazie all’utilizzo di OpenStreetMap e alla cooperazione con università, partner e volontari, sono state create mappe inclusive e utili per tutti, come percorsi accessibili per persone con disabilità o itinerari pedonali più sicuri. 

Un traguardo che è un punto di partenza

Image for: Un traguardo che è un punto di partenza

Vent’anni sono un traguardo importante, ma anche un punto di partenza. Wikimedia Italia guarda avanti con la consapevolezza che il bisogno di conoscenza libera non è mai stato così urgente. 

Nuove sfide attendono l’associazione, nuove idee, nuovi progetti e nuovi modi per costruire insieme una cultura sempre più aperta, partecipata e democratica. 

A ricordarlo è anche il Presidente di Wikimedia Italia, Ferdinando Traversa.

“20 anni di Wikimedia Italia vuol dire 20 anni di volontari che online, offline, nei territori, in tutte le regioni d’Italia, ciascuno secondo le sue diverse inclinazioni, si battono per portare avanti e difendere, insieme a migliaia di altre persone in tutto il mondo, un sogno, la missione utopistica che 20 anni fa ci siamo dati: “Immagina che chiunque possa avere accesso all’intero patrimonio della conoscenza umana”.

In questo quinto di secolo tante cose sono cambiate: Internet ha vissuto trasformazioni repentine, tanti colossi della rete sono venuti meno, tanti nuovi si sono fatti avanti e l’intelligenza artificiale sta, ancora una volta nella storia della rete, sparigliando le carte in tavola. Tuttavia il nostro impegno per la conoscenza non è cambiato, il nostro spirito di servizio verso la collettività, la libertà, l’indipendenza dei nostri contenuti non sono mai venuti meno”. 

Uno sguardo rivolto al futuro

Image for: Uno sguardo rivolto al futuro

“Cosa mi auguro per i prossimi 20 anni della nostra associazione e del movimento Wikimedia?” continua Ferdinando Traversa: “Che continuiamo a mantenere la freschezza e l’entusiasmo delle origini, la passione per la cultura, ma soprattutto che non perdiamo la capacità di reinventarci per essere sempre più accessibili e vicini ai nostri lettori, specialmente alle giovani generazioni, invogliandoli a diventare parte attiva dei nostri progetti”.

Il meglio deve ancora venire! Wikimedia Italia è pronta a scrivere, insieme a tutte e tutti voi, i prossimi vent’anni di questa straordinaria storia collettiva.

Immagine: 20 Wikimedia Italia-logo-black-horizontal di Wikimedia Italia, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

È ufficialmente aperta la call for proposals per itWikiCon 2025, l’evento annuale che riunisce i contributori dei progetti Wikimedia in lingua italiana, che si svolgerà dal 7 al 9 novembre a Catania.

È possibile proporre una sessione o un laboratorio attraverso la pagina dedicata: https://meta.wikimedia.org/wiki/ItWikiCon/2025/Programma/Proposte.

In fase preliminare, nella pagina di discussione sono state già raccolte alcune proposte sui temi che gli utenti delle diverse comunità ritengono importanti da affrontare e approfondire. Tra esse, risaltano riflessioni sull’impatto crescente dell’intelligenza artificiale nei progetti Wikimedia, questioni legate all’uso corretto delle immagini di beni culturali su Commons alla luce di recenti normative, il tema dell’accessibilità digitale, il ruolo delle lingue minoritarie nei progetti wiki, e l’approfondimento sui dati lessicografici all’interno di Wikidata.

È possibile proporre anche argomenti su cui si desidererebbe ricevere formazione, inclusi temi non direttamente legati ai progetti Wikimedia, purché rilevanti per il proprio impegno da volontari.

Non è necessario assumere un ruolo attivo nell’organizzazione dell’incontro, né avere già chiaro come strutturarlo: anche semplici spunti o bisogni formativi sono i benvenuti.

Chiunque voglia suggerire nuovi temi o commentare quelli esistenti può farlo attraverso la pagina: https://meta.wikimedia.org/wiki/ItWikiCon/2025/Programma/Proposte/Temi.

Le borse di partecipazione “Giovanni Augulino”

Image for: Le borse di partecipazione “Giovanni Augulino”

Per favorire la partecipazione di volontari e attivisti della conoscenza libera, Wikimedia Italia e Wikimedia CH metteranno a disposizione un fondo destinato alla copertura delle spese di viaggio e pernottamento.

Le borse di quest’anno sono intitolate alla memoria di Giovanni Augulino, in arte Burgundo, utente e amministratore di Catania con all’attivo più di 196mila modifiche su Wikipedia, scomparso il 17 settembre 2022.

Come fare richiesta

Image for: Come fare richiesta
  • Le richieste per le borse di partecipazione “Giovanni Augulino” possono essere presentate dal 17 giugno al 27 luglio 2025, salvo eventuali proroghe.
  • Per partecipare alla selezione è necessario compilare il modulo online che sarà online a partire dal 17 giugno su questa pagina.
  • Le borse sono destinate a wikipediani e wikimediani italofoni.

Tipologie di borse disponibili

Image for: Tipologie di borse disponibili

Le sovvenzioni si dividono in due categorie, parziale e completa, a seconda del tipo di supporto richiesto.

La borsa parziale comprende un contributo economico fino a un massimo di 50 euro, la borsa completa copre in buona parte le spese legate alla partecipazione. L’importo di quest’ultima varia in base alla provenienza geografica e si compone di una quota base di 180 euro e di una somma aggiuntiva, modulata sulla distanza da Catania:

  • Partecipanti dalla Sicilia: +50 €
  • Da regioni centrali e settentrionali come LazioLombardiaVenetoEmilia-RomagnaPiemonteToscana e alcune del Sud: +100 €
  • Da altre regioni meno vicine: +120 €
  • Da SardegnaSvizzera o altri Paesi esteri: +150 €

Criteri di selezione

Image for: Criteri di selezione
  • Le richieste saranno valutate sulla base di un sistema a punteggio, che considera l’attività nei progetti Wikimedia e altri elementi rilevanti. Per essere ammessi è necessario raggiungere il punteggio minimo di 40 punti.
  • Le borse finanziate da Wikimedia Italia verranno assegnate fino a esaurimento del fondo disponibile, che ammonta complessivamente a 8.480 euro.

Per ulteriori dettagli, aggiornamenti o per avviare la richiesta, si invita a consultare la pagina ufficiale: https://meta.wikimedia.org/wiki/ItWikiCon/2025/Borse.

Immagine: ItWikiCon 2024 – Sessione di apertura T05 di Torque, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Il prossimo 7 giugno 2025, si svolgerà presso il MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo – l’editathon “Storie di cemento: protagonisti e opere dal ‘900 a oggi – Wikipedia racconta l’architettura”, evento conclusivo del progetto Wiki-concrete, realizzato da Wikimedia Italia in collaborazione con Federbeton e Università degli Studi di Roma Tor Vergata.

Che cos’è Wiki-concrete 

Image for: Che cos’è Wiki-concrete

L’iniziativa, attiva dall’11 marzo al 30 giugno 2025, è stata realizzata presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, coinvolgendo gli studenti dell’Ateneo nell’utilizzo di Wikipedia e degli altri progetti Wikimedia. 

L’obiettivo è duplice: formare gli studenti alla scrittura enciclopedica e allo stesso tempo arricchire il patrimonio informativo condiviso su Wikipedia, contribuendo a una maggiore diffusione del sapere tecnico e culturale.

Il corso, promosso da Federbeton (la Federazione, in ambito Confindustria, della filiera del cemento, del calcestruzzo e dei materiali per le costruzioni) e coordinato da Wikimedia Italia, ha coinvolto attivamente gli studenti nella creazione o nel miglioramento di voci enciclopediche relative alla filiera del calcestruzzo, ai materiali di costruzione e alle figure di progettisti significativi.

Scopri il calendario completo delle attività di Wiki-concrete

Il Museo MAXXI

Image for: Il Museo MAXXI

Il MAXXIMuseo nazionale delle arti del XXI secolo, è un’importante istituzione culturale romana dedicata all’arte e all’architettura contemporanee. 

Progettato dall’architetta anglo-irachena Zaha Hadid, è stato inaugurato il 28 maggio 2010 nel quartiere Flaminio di Roma.

Il museo si articola in due sezioni, MAXXI Arte e MAXXI Architettura, ed è gestito dalla Fondazione MAXXI del Ministero della Cultura (MiC).

Oltre a ospitare mostre temporanee e collezioni permanenti, il MAXXI è un punto di riferimento per la ricerca e la sperimentazione artistica a livello nazionale e internazionale.

Il programma dell’editathon al MAXXI

Image for: Il programma dell’editathon al MAXXI

Durante l’editathon del 7 giugno, gli studenti e i partecipanti lavoreranno insieme per completare e perfezionare le voci enciclopediche elaborate nei mesi precedenti.

Il tema centrale sarà l’architettura in cemento, analizzata attraverso opere significative e i protagonisti che ne hanno segnato l’evoluzione nel corso del tempo.

La partecipazione è riservata a un massimo di 20 persone.

Per prendere parte all’editathon è necessario registrarsi alla seguente pagina: https://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Raduni/Edit-a-thon_al_MAXXI#Partecipanti

Agenda della giornata:

Image for: Agenda della giornata:
  • Ore 11.30 – 13.00: Visita guidata al Palazzetto dello Sport a cura di Tullia Iori
  • Ore 13.00 – 14.00: Light lunch presso il MAXXI
  • Ore 14.00 – 14.30: Saluti istituzionali e introduzione all’editathon (interventi di Daniele Santini, Vicepresidente di Wikimedia Italia, Lorenzo Colombo per Federbeton e Gianluca Capurso per l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata)
  • Ore 14.30 – 17.00: Svolgimento dell’edithathon presso il MAXXI
  • Ore 17.00: Conclusione dei lavori

Tutte le immagini caricate durante il corso sono disponibili alla categoria Category:Wiki-concrete_2025 su Wikimedia Commons.

Immagine: Wiki-concrete lezione all’Università di Tor Vergata 1 di Simona Cannataro (WMIT), CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Il 30 maggio 2025, presso l’aula magna del Liceo Scientifico Guglielmo Marconi di Pesaro si terrà l’evento conclusivo del progetto Seidiciannovesimi, cofinanziato da Wikimedia Italia e Free Software Foundation Europe.

Che cos’è Seidiciannovesimi

Image for: Che cos’è Seidiciannovesimi

Seidiciannovesimi è un progetto di STEAM (scienze, tecnologia, ingegneria, arte e matematica) e robotica educativa avviato nel 2016 da Giacomo Alessandroni, professore di informatica e robotica presso il Liceo Guglielmo Marconi di Pesaro e coordinatore regionale per le Marche di Wikimedia Italia. Il nome Seidiciannovesimi si ispira alla frazione matematica e racconta le età degli studenti coinvolti: dai sei ai diciannove anni. L’idea è quella di dare agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado l’opportunità di proporsi come tutor scolastici per quelli delle scuole primarie e secondarie di primo grado, per insegnare loro le STEAM. 

Il programma della giornata

Image for: Il programma della giornata

L’evento del 30 maggio è la conclusione di un percorso durato un anno scolastico, in cui gli studenti del liceo scientifico si sono recati in numerose scuole primarie per svolgere laboratori di robotica educativa come veri e propri divulgatori scientifici. 

Di seguito il programma della giornata:

  •  8.30 saluti del dirigente scolastico Luca Maria Antonio Testa
  •  8.40 lettura di Ada & Zangemann: una fiaba che parla di software, skateboard e gelato al lampone
  •  9.15 primo laboratorio di robotica educativa
  •  10.00 secondo laboratorio di robotica educativa
  •  10.45 gelato al lampone per tutti

Il professor Alessandroni leggerà il libro e animerà i laboratori di robotica educativa, insieme agli studenti della 4°H (opzione scienze applicate) che saranno i tutor degli alunni dalla prima alla quinta primaria che prenderanno parte all’iniziativa.

Progetti semplici, divertenti e inclusivi

Image for: Progetti semplici, divertenti e inclusivi

“Non c’è soddisfazione più grande che vedere uno studente prendere uno studente più piccolo per mano e spiegargli passo dopo passo come risolvere problemi e imprevisti in modi creativi che si è appena inventato”. Giacomo Alessandroni 

Tutti gli interventi realizzati con gli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado hanno in comune sei caratteristiche:

  • porre lo studente al centro: materiali, strumenti e processi vengono scelti per consentire ai bambini di lavorare in totale sicurezza e autonomia, senza sacrificarne la creatività;
  •  disponibilità delle risorse: i materiali devono essere economici e facili da reperire;
  •  rispetto dell’ambiente: la maggior parte dei materiali deve essere biodegradabile, riutilizzabile o, per lo meno, riusata;
  •  limite di tempo: ogni attività deve essere spiegata, mostrata e realizzata in un massimo di quaranta minuti;
  •  breve e semplice: i progetti devono essere facili da costruire e da riparare. Se un pezzo si rompe o le batterie si scaricano, questi devono essere facili da sostituire, anche senza la guida di un  insegnante o un adulto, così da estendere la durata del prodotto (e la  felicità di chi lo ha realizzato);
  •  effetto wow: progetti fantastici e divertenti aumentano la fiducia e l’interesse degli studenti e delle studentesse verso l’ingegneria e la tecnologia. Tra gli obiettivi del progetto c’è anche il proposito di colmare il divario di genere nelle scienze e nella tecnologia.


“I progetti, per essere proposti a studenti molto giovani, devono avere come comune denominatore la semplicità. Non occorrono strumenti multimediali per descriverli: è sufficiente il potere delle parole. Riuscire a spiegare, con le sole parole, un progetto complesso, significa esserne padroni.” Giacomo Alessandroni

Immagine: ViBot Robot Moving by Vibration 23 di Giacomo Alessandroni, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Dopo il successo dell’edizione 2024 promossa dai wikimediani siciliani, il 16 maggio 2025 ha preso ufficialmente il via Wiki Loves Sicilia 2025, inaugurando una nuova stagione di attività dedicate alla valorizzazione della gastronomia siciliana attraverso i progetti Wikimedia.

Questa edizione si inserisce nel contesto del riconoscimento della Sicilia come “Regione europea della gastronomia” 2025 e viene realizzata con il patrocinio della Regione Siciliana e il supporto di Wikimedia Italia.

Durante tutto l’anno, i wikimediani dell’isola collaboreranno per arricchire i contenuti relativi alla cucina siciliana, realizzando fotografie con licenza libera e promuovendo eventi aperti a tutti, con l’invito a partecipare attivamente al miglioramento delle voci su Wikipedia e sugli altri progetti Wikimedia.

Il photoshooting gastronomico a Catania

Image for: Il photoshooting gastronomico a Catania

Il primo appuntamento del progetto si è tenuto a Catania il 16 maggio, con una giornata interamente dedicata a due elementi chiave della tradizione gastronomica locale: la pasta e il pesce.

L’evento si è aperto con una sessione introduttiva sulla realizzazione di fotografie di qualità destinate a Wikimedia Commons. A seguire, i partecipanti hanno preso parte a un photoshooting incentrato su alcune ricette tipiche della cucina locale.

Grazie al contributo di una cuoca catanese, i presenti hanno potuto vivere un’esperienza completa: dopo aver fotografato i piatti, hanno infatti cucinato insieme un primo piatto tradizionale, trasformando l’incontro in un’occasione di formazione, pratica e convivialità.

Dopo la cena di gruppo, la serata si è conclusa con un laboratorio su Wikimedia Commons, durante il quale i partecipanti hanno appreso come caricare, categorizzare e utilizzare correttamente le immagini per arricchire le voci di Wikipedia e degli altri progetti Wikimedia.

Scopri le foto dell’evento

I prossimi appuntamenti di Wiki Loves Sicilia 2025

Image for: I prossimi appuntamenti di Wiki Loves Sicilia 2025

Il calendario di Wiki Loves Sicilia 2025 prosegue nei mesi a venire con numerose iniziative aperte a tutta la comunità wikimediana. Tra gli appuntamenti già previsti:

  • la partecipazione a sagre ed eventi enogastronomici per documentare con immagini e contenuti le specialità locali in modo da illustrare le voci su Wikipedia
  • un raduno a Palermo in occasione del Linux Day 2025
  • la chiusura del progetto durante itWikiCon 2025, il convegno annuale dedicato agli utenti di Wikipedia, Wikivoyage, Wikisource, Wikidata e tutti gli altri progetti Wikimedia in lingua italiana, che si terrà a Catania dal 7 al 9 novembre.

Chiunque può contribuire anche a distanza, migliorando le voci sulla cucina siciliana, organizzando file su Commons o integrando le immagini nei progetti Wikimedia.

Tutti i dettagli per partecipare e i contatti degli organizzatori sono disponibili sulla pagina dedicata.

Visita la pagina di Wiki Loves Sicilia 2025

Wiki Loves Sicilia è un’iniziativa aperta a tutti, pensata per chi vuole unire la passione per il sapere libero con l’amore per la cultura culinaria dell’isola, contribuendo a raccontarla in modo condiviso e accessibile.

Immagine: Sarde 02 – Wiki Loves Sicilia di 8w9d, CC BY-SA 1.0, da Wikimedia Commons

Davvero tutte le foto sono artistiche?

Thursday, 22 May 2025 02:51 UTC

È in corso di discussione alla Camera la proposta di legge 2224, presentata da due deputati di Fratelli d’Italia e due di Forza Italia, avente titolo “Modifiche alla legge 22 aprile 1941, n. 633, in materia di tutela del diritto d’autore relativo alle fotografie”. Cosa dice questa proposta? Facciamo prima un passo indietro, e vediamo cosa dice attualmente la legge sul diritto d’autore.

Ci sono due tipi di tutela delle fotografie (il termine è da intendersi in senso molto lato: ovviamente non c’è più bisogno di avere pellicola o simili per avere una foto, pensate alle foto fatte con il furbofono). Da un lato ci sono le fotografie artistiche, dove si sottintende un atto di creatività del fotografo: queste fotografie sono equiparate ai libri, nel senso che hanno la stessa tutela (il copyright scade settant’anni dopo la morte dell’autore). Dall’altro ci sono le fotografie che non hanno creatività e sono semplicemente di tipo descrittivo: questa categoria comprende anche i singoli fotogrammi cinematografici e le foto di opere d’arte. Queste immagini hanno una protezione che dura vent’anni. La proposta di legge si occupa solo di quest’ultimo tipo di fotografie, e porta da venti a settanta anni la loro protezione. In altre parole, non potremmo per esempio usare per altri sette-otto anni una foto che mostra una strada cittadina nei primi anni ’60 per mostrare come i centri storici erano intasati dalle auto.

Ribadisco: stiamo parlando di foto che per definizione del legislatore non hanno alcuna creatività, che dovrebbe essere il concetto su cui si basa tutto il diritto d’autore. A questo punto mi sa che il prossimo passo sarà la tutela degli scatti automatici, perché si dirà che c’è comunque l’autorialità di chi ha posizionato la fotocamera in quel punto e poi ha definito l’algoritmo che decide il momento in cui la foto viene scattata…

Ma c’è una cosa ancora più ironica. L’unico motivo che io vedo alla base di questa proposta di legge è che qualcuno ritiene che in questo modo i fotografi potrebbero guadagnare tanti soldi con i diritti di queste foto, che adesso possono essere usati dopo vent’anni che non sono pochi ma nemmeno troppi: come ho detto, le foto creative sono già tutelate dalla legge. Bene. Pensateci un attimo. Stiamo parlando di foto puramente descrittive, senza nulla di artistico. Se io avessi bisogno di un’illustrazione di questo tipo e dovessi pagare per usarla, farei molto prima a generare un’immagine con l’intelligenza artificiale. Il fatto stesso che questa immagine è una mera descrizione elimina a priori i problemi di una possibile violazione di copyright, e in questo modo non solo non pago nessuno ma non devo neppure aggiungere una didascalia indicante l’autore. Non so che ne pensiate voi, ma per me una legge come questa sembra solo un boomerang.

La comunità italiana di OpenStreetMap ha avviato una nuova iniziativa per il mese di maggio 2025: ridurre il numero di note aperte sulla mappa. Le note sono segnalazioni lasciate dagli utenti per indicare errori o suggerire modifiche alla mappa, le quali, spesso, rimangono irrisolte per lunghi periodi.

L’utente ivanbranco (OSM Italia) ha proposto questa campagna nel forum italiano di OpenStreetMap, evidenziando che, a parte alcuni mesi, in Italia vengono create più note di quante ne vengano chiuse. Tuttavia, i primi giorni di maggio hanno mostrato una tendenza positiva: il numero di note chiuse ha superato quello delle nuove note aperte.

Come partecipare all’iniziativa

Image for: Come partecipare all’iniziativa

Per contribuire all’iniziativa, la comunità suggerisce diversi strumenti e approcci:

  • Feed RSS personalizzati: per monitorare le note nella propria area di interesse.
  • NotesReview: uno strumento per filtrare le note per parola chiave, autore o data.
  • Lista delle ultime 2000 note aperte e/o commentate in Italia: è disponibile su resultmaps.neis-one.org.
  • Nota casuale: permette di aprire e commentare note casuali in Italia.
  • Applicazioni mobili: come Osmand, EveryDoor, Vespucci e StreetComplete, che permettono di visualizzare e commentare le note sul campo.
  • Better-osm-org: aggiunge un’icona alle note, in modo da visualizzare i dati presenti al momento della creazione della nota. Risulta utile per comprendere se, nel frattempo, ciò che è segnalato è già stato modificato.

È importante verificare le informazioni delle note, soprattutto quelle lasciate da utenti anonimi, e, se necessario, chiedere chiarimenti in merito.

I risultati del mese di maggio 2025

Image for: I risultati del mese di maggio 2025

Nell’arco di due settimane, ancora una volta la comunità di OSM Italia ha mostrato il suo forte potenziale, chiudendo un numero significativo di note. Se il ritmo attuale continuerà, si potrebbero chiudere fino a 5.500 note entro la fine del mese: circa il 19% di tutte le note esistenti!

Per ulteriori dettagli e per unirsi all’iniziativa, è possibile visitare il forum italiano di OpenStreetMap.

Immagine: Location map Italy Torino di Flappiefh, CC BY-SA 3.0, da Wikimedia Commons

“Facciamo Luce” sulla mappa di Milano

Friday, 16 May 2025 10:00 UTC

Il 21 maggio 2025, dalle ore 16:30 alle 18:00, si terrà il primo incontro di “Facciamo Luce”, un’iniziativa di mappatura collaborativa dedicata alla città di Milano e al suo sistema di illuminazione pubblica.

Promosso da Wikimedia Italia, PoliMappers e TomTom, il progetto ha l’obiettivo di far conoscere ai cittadini lo stato attuale dell’illuminazione urbana attraverso la mappatura collaborativa, per individuare le strade e i percorsi più illuminati.

Lo scopo è rendere la mappa di OpenStreetMap un punto di riferimento per individuare i percorsi più sicuri, soprattutto nelle ore serali.

L’incontro si svolgerà presso il Politecnico di Milano, in Piazzale Leonardo da Vinci, nell’Aula Fassò (Edificio 4A).

Sarà possibile partecipare anche a distanza tramite la piattaforma BigBlueButton, accedendo al seguente link: https://cvs5133.ergonet.host/b/fra-k5b-ilh-5nd.

È previsto un secondo appuntamento il 4 giugno 2025, anch’esso dalle 16:30 alle 18:00.

Agenda dell’incontro

Image for: Agenda dell’incontro

L”incontro si svolgerà secondo il seguente programma:

  • Ore 16:30 – Presentazione da parte degli organizzatori: PoliMappers (Federica Gaspari), OpenStreetMap (Anisa Kuci), Wikimedia Italia (Francesca Lissoni) e TomTom (Chiara Angiolini)
  • Ore 17:00 – Presentazione del progetto “Facciamo Luce”
  • Ore 17:15 – Avvio delle attività di mappatura collaborativa su OpenStreetMap

È richiesta la conferma di partecipazione, sia in presenza sia online, compilando questo modulo: https://forms.office.com/e/wpbeezq1Nu

“Facciamo Luce” insieme: partecipa all’iniziativa

Image for: “Facciamo Luce” insieme: partecipa all’iniziativa

Contribuire alla mappatura dell’illuminazione urbana significa promuovere una città più consapevole, accessibile e sicura per tutti. Ogni punto mappato può fare la differenza nel migliorare la qualità della vita e la sicurezza degli spazi pubblici.

Fai luce anche tu a Milano: partecipa al lancio del progetto!

Immagine: Milano – corso di Porta Vittoria – tram – notte di Gabriele Peressutti, CC BY-SA 2.0, da Wikimedia Commons

itWikiCon 2025: condividi le tue idee!

Thursday, 15 May 2025 10:00 UTC

La comunità italofona dei progetti Wikimedia si dà appuntamento a Catania per itWikiCon 2025, il convegno annuale dedicato agli utenti di Wikipedia, Wikivoyage, Wikisource, Wikidata e tutti gli altri progetti Wikimedia in lingua italiana.

L’evento, organizzato con il sostegno di Wikimedia Italia e Wikimedia Svizzera e col patrocinio della Regione Siciliana, si terrà da venerdì 7 a domenica 9 novembre 2025, presso Isola Catania, all’interno di Palazzo Biscari.

Partecipare alla costruzione del programma

Image for: Partecipare alla costruzione del programma

In vista dell’apertura ufficiale della call for proposals, prevista per il 3 giugno, la commissione Programma invita tutta la comunità a partecipare alla fase preliminare di raccolta e discussione dei temi da affrontare durante la conferenza.

Quali sono gli argomenti più urgenti o interessanti da trattare? Quali discussioni non possono mancare a itWikiCon 2025?

Già da ora, è possibile commentando o proponendo temi nella sezione dedicata su Meta.

Vai alla pagina Temi

Borse di partecipazione: come e quando fare richiesta

Image for: Borse di partecipazione: come e quando fare richiesta

Per chi desidera partecipare ma ha bisogno di supporto economico per coprire le spese di viaggio e alloggio, sarà possibile fare domanda per una borsa di partecipazione dal 17 giugno al 27 luglio 2025.

Come rimanere aggiornati su itWikiCon 2025

Image for: Come rimanere aggiornati su itWikiCon 2025

Le informazioni sull’evento – dal programma agli aspetti logistici – verranno aggiornate regolarmente sulla pagina ufficiale. Tutti i dettagli saranno disponibili nelle prossime settimane.

Visita la pagina ufficiale di itWikiCon 2025

Per eventuali dubbi o chiarimenti, è possibile scrivere sulla pagina di discussione dell’evento o contattare direttamente il team organizzatore all’indirizzo: info@itwikicon.org

Immagine: Catania 2024 18 di Tommasopaiano, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Venerdì 16 maggio 2025, dalle 12.00 alle 13.30, si terrà il webinar Tra scienza e arte: le tavole parietali del Museo di Anatomia Comparata “G.B. Grassi”.

L’evento, a partecipazione libera e senza obbligo di iscrizione, sarà registrato e successivamente pubblicato sul canale YouTube del Polo Museale Sapienza.

Il seminario online è dedicato a un affascinante progetto GLAM – acronimo per Galleries, Libraries, Archives and Museums – nato dalla collaborazione tra il Museo di Anatomia Comparata della Sapienza Università di Roma e Wikimedia Italia, con l’obiettivo di rendere liberamente accessibili online le tavole parietali storiche del Museo.

Le tavole, strumenti didattici realizzati a mano tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento per l’insegnamento delle scienze naturali, sono opere visive di grande impatto artistico.

Il Museo G.B. Grassi tra i vincitori del bando MAB 2025

Image for: Il Museo G.B. Grassi tra i vincitori del bando MAB 2025

Risultato tra i vincitori del bando MAB 2025, il Museo ha proposto la digitalizzazione e la pubblicazione su Wikimedia Commons di cento di queste tavole, rendendole così disponibili a un pubblico globale. Questo progetto rappresenta un passo importante per la tutela, valorizzazione e fruizione di un patrimonio spesso poco visibile ma di altissimo valore storico-scientifico.

Il bando MAB, finanziato da Wikimedia Italia in collaborazione con ICOM Italia e Creative Commons Italia, promuove il libero riuso online di immagini di pubblico dominio e contenuti open access con licenze libere, favorendo la diffusione della conoscenza del patrimonio culturale attraverso il digitale e incentivando partecipazione civica, ricerca, creatività e promozione culturale e turistica.

Il programma del webinar 

Image for: Il programma del webinar

Durante il webinar del Museo di Anatomia Comparata si racconteranno la nascita e gli sviluppi del progetto, le figure professionali coinvolte – dai bibliotecari ai wikipediani, dai fotografi agli artisti – e il potenziale delle collaborazioni tra università e piattaforme di conoscenza libera per aprire in modo innovativo il patrimonio scientifico al grande pubblico.

Introduce e modera:

  • Tommaso Paiano, bibliotecario e archivista, volontario wikipediano

Intervengono:

  • Riccardo Castiglia, Direttore del Museo di Anatomia comparata, Dipartimento di Biologia e biotecnologie Charles Darwin
  • Carlo Tariciotti, fotografo e informatico, Dipartimento di Biologia e biotecnologie Charles Darwin
  • Maria Lucia Soranzo e Monica Ortolan, Sistema Bibliotecario di Ateneo, Università di Padova
  • Antonella Tarantino, UNIPA Heritage – Sistema Museale di Ateneo, Università di Palermo
  • Hitnes, disegnatore e street artist
  • Luca Carra, giornalista e direttore di Scienza in rete

Coordinamento organizzativo:

  • Elena De Carolis, Biblioteca del Dipartimento di Biologia e biotecnologie Charles Darwin
  • Carolina Del Bufalo, Biblioteca del Dipartimento di Storia, Antropologia, Religioni, Arte, Spettacolo – SARASM

Il link per seguire il webinar è il seguente: https://meet.google.com/ytc-vzgs-kbe.

Inoltre, è possibile compilare un modulo facoltativo per la partecipazione.

Immagine: Progetto GLAM Museo Anatomia Comparata lavoro di gruppo di Museo di Anatomia comparata Giovanni Battista Grassi, CC0, da Wikimedia Commons

Eletto il nuovo direttivo di Wikimedia Italia

Tuesday, 13 May 2025 14:26 UTC

Il 10 maggio scorso, a Milano e online, si è tenuta l’assemblea ordinaria di Wikimedia Italia. In questa occasione è stato eletto il nuovo direttivo dell’associazione, che rimarrà in carica fino al 2028.

Escono dal direttivo Alessio Melandri, Marta Cecilia Pigazzini e Stefano Dal Bo, ed entrano Daniele Santini, Marco Montanari e Mattia Luigi Nappi. Vengono invece rieletti Elena Marangoni e Ferdinando Traversa.

Le motivazioni dei candidati

Image for: Le motivazioni dei candidati

Ferdinando Traversa, già vicepresidente del direttivo uscente, nel ricandidarsi ha sottolineato l’importanza del supporto ai volontari e ai soci e al ravvicinamento di Wikimedia Italia alla comunità. Elena Marangoni, dal canto suo, si è ricandidata per dare continuità all’incarico e in particolare portare avanti il riassetto organizzativo dell’associazione avviato negli ultimi 18 mesi. Mattia Nappi, sulla scorta dell’esperienza come coordinatore regionale in Lombardia, si propone di migliorare l’ascolto e il sostegno ai volontari. Daniele Santini, attivo sia su OpenStreetMap che su Wikipedia, vuole invece aumentare la rappresentanza dei volontari OSM e migliorare la comunicazione con le nuove generazioni. La candidatura di Marco Montanari, volontario attivo soprattutto in OpenStreetMap, nasce invece dalla volontà di mettersi in gioco, data l’esperienza maturata in altre associazioni e le sinergie che si potrebbero creare con le realtà con cui ha avuto modo di collaborare.

I ruoli del nuovo direttivo di Wikimedia Italia

Image for: I ruoli del nuovo direttivo di Wikimedia Italia

Al termine dell’assemblea, il nuovo direttivo si è riunito in una prima riunione, distribuendo i ruoli tra gli eletti come segue:

I compiti del consiglio direttivo

Image for: I compiti del consiglio direttivo

Come da statuto, il consiglio direttivo ha, tra le sue funzioni, l’esercizio dei poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione per il raggiungimento delle finalità dell’associazione, l’approvazione dei nuovi soci, l’elaborazione dei programmi di attività sociale, delle norme, dei regolamenti e di quanto altro previsto dal Codice del Terzo Settore.

Immagine: Wikimedia Italia Board 2025 01 di Dario Crespi (WMIT), CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Doxxing su Wikipedia

Monday, 10 February 2025 03:51 UTC

Leggo su Slate che la Heritage Foundation, il think tank americano che sta gestendo il famoso Project 2025 che tanto piace a Trump, vuole “identificare e prendere di mira” gli utenti di Wikipedia che secondo loro “abusano della loro posizione” su Wikipedia. Il motivo del contendere dovrebbe essere il fatto che quegli utenti sono filopalestinesi.

Non entro sulla neutralità o meno delle voci in questione, che non ho nemmeno guardato. Sono almeno quindici anni che affermo che Wikipedia non può dare la verità, ma al più la verificabilità di quello che scrive (e sì, lo so che a volte non riesce nemmeno a fare quello). Quello che è proccupante è l’intimidazione degli utenti. Come sapete, anche quando nell’enciclopedia non si scrive come anonimi quello che si legge come autore è solo il nickname scelto: nel mio caso per esempio io mi firmo “.mau.”, con scarsissima fantasia. Il nickname, oltre che essere figlio della cultura di rete degli anni ’90, serve anche nel caso di testi che potrebbero generare reazioni anche sulla persona: chi scrive su argomenti delicati potrebbe quindi decidere di farlo sotto pseudonimo, cosa che non dovrebbe nuocere a Wikipedia perché si immagina che le affermazioni inserite abbiano le fonti a supporto e altrimenti verrebbero tolte, nome vero o falso che abbiano.

Io indico esplicitamente sulla mia pagina utente il mio nome e cognome, ma io non scrivo su temi caldi. Inoltre io sono da così tanti anni in rete e ho scritto pubblicamente così tante cose che trovare informazioni su di me è banale, e comunque parto sempre dal principio che tutto quello che scrivo potrà essere usato contro di me, e quindi sto attento a quello che scrivo. Ma appunto non è troppo difficile trovare informazioni su qualunque persona scriva in rete, se si cerca con sufficiente sforzo: tutto questo è il doxxing, e ne vediamo esempi tutti i momenti. Anche nel nostro piccolo circola una lista di “veri nomi di amministratori di Wikipedia in italiano” (con alcuni errori), tanto per dire.

Il fatto è che il doxxing è MOLTO pericoloso, sicuramente molto più della boutade di Musk che offre un miliardo di dollari a Wikipedia se cambierà il nome in Dickopedia. (Poi uno si può chiedere perché rosica così tanto, ma la gente è spesso strana). Io preferisco una Wikipedia poco perfetta a una Wikipedia ingessata, anche se la Heritage Foundation avesse ragione sulla mancata imparzialità di quelle voci: si comincia così e non si sa mai dove si finisce, anzi lo si sa benissimo.

L’arte s’ha da pagare

Friday, 1 November 2024 03:51 UTC

Bisogna dire che i giudici italiani sono coerenti. Anche nella causa per l’uso non autorizzato dell’immagine del duca d’Este su un aceto balsamico, la corte d’appello di Bologna ha dato ragione al ministero della Cultura: non importa se le immagini sono di opere ovviamente fuori copyright, e non importa nemmeno se sono semplici immagini e non gli originali: se la vuoi usare per scopi commerciali, devi avere l’autorizzazione relativa (e immagino sganciare soldi, che ce n’è sempre bisogno). Per fortuna io non ho scopi commerciali né diretti né indiretti, quindi posso lasciare l’immagine incriminata.

Avrei forse capito se l’autorizzazione fosse necessaria per evitare usi distorti, anche se si potrebbe partire con una discussione sulla possibilità o meno di parodia. Ma non pare il caso, visto che si afferma che questi beni, una volta usati per lucro, perderebbero il loro valore come beni riconosciuti e protetti dalla legge. Ma questo, almeno a mio parere, dovrebbe allora valere anche per gli usi non a fini di lucro. Peggio ancora, il Codice dei Beni Culturali nasce (lo dice esso stesso) per “preservare la memoria della comunità nazionale e del suo territorio e promuovere lo sviluppo della cultura”, in accordo all’articolo 9 della Costituzione.

Continuo a pensare che se questa è l’idea del MiC almeno siano coerenti e vietino tutti gli usi pubblicitari del patrimonio culturale italiano, a partire dai loro. Mi chiedo solo quando qualcuno verrà a bloccare l’uso di quelle immagini su Wikipedia, visto che la licenza prevede il riuso commerciale e – fatto salvo per le opere fotografate per Wiki Loves Monuments – non mi pare proprio sia stata richiesta un’autorizzazione e qiundi non importa se quelle immagini sono solo per motivi di studio e ricerca.

Ci sono giornalisti e giornalisti

Sunday, 8 September 2024 17:03 UTC

Purtroppo pare che Totò Schillaci abbia avuto una recidiva del tumore al colon che l’aveva colpito. Purtroppo la mamma dei cretini è sempre incinta, e un utente anonimo oggi alle 15 aveva modificato la voce di Wikipedia sul protagonista di Italia 90, indicandone la morte. La falsa notizia è stata tolta un paio d’ore dopo da un altro utente anonimo, non prima che Repubblica scrivesse ” Addirittura il profilo di Wikipedia, come spesso accade, aveva proposto un aggiornamento di pessimo gusto annunciando la scomparsa nel 59enne proprio in data 8 settembre 2024.” (sì, la frase non ha senso: se il vandalo ha scritto oggi e l’articolo è di oggi, specificare la data non serve a nulla).

L’utente che ha inserito la morte di Schillaci è un siciliano non meglio identificabile, almeno con le informazioni pubbliche che io come tutti voi ho a disposizione. Invece si sa qualcosa di più dell’utente che ha tolto la data di morte, come potete vedere dall’immagine: si connetteva dalla sottorete pubblica del Messaggero, e presumibilmente è un giornalista. Per quel poco che può valere, voglio ringraziarlo pubblicamente.

Ultimo aggiornamento: 2024-09-08 19:03

Certe cose non cambiano mai

Friday, 12 July 2024 08:50 UTC

Per la quarta volta la Wikimedia Foundation non è stata accettata come membro osservatore WIPO. (Ne avevo già parlato due anni fa, quando si era provato a chiedere di entrare come osservatori i capitoli nazionali).
Per la quarta volta il veto è arrivato dalla Cina.
Direi che non c’è molto da aggiungere.

Ultimo aggiornamento: 2024-07-12 10:50

La grande bontà della SIAE

Friday, 31 May 2024 02:51 UTC

Mi ero perso questo articolo di Capodanno, che raccontava di come un giudice di pace aveva dato torto alla SIAE in un caso in cui una rivista aveva pubblicato delle foto di opere di autori contemporanei ed era stata citata a giudizio perché non aveva pagato i diritti: nella sentenza il giudice ribadì “il principio cardine della legge sul diritto d’autore, in base alla quale è libero l’uso delle immagini ai fini di critica e discussione e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica”.

Mi ero anche perso (occhei, non è che io legga più tanto spesso Repubblica questo articolo di mercoledì, dove il gruppo GEDI si lamentava perché giornali e riviste – ma anche i musei – faticavano a sapere quanto avrebbero dovuto pagare per l’uso delle immagini, e in caso il preventivo arrivasse era esorbitante.

Ora il presidente della SIAE Salvatore Nastasi annuncia che le cose cambieranno: «Nei prossimi giorni proporrò al consiglio di gestione della Società una soluzione che rispetti le norme ma che consenta di mettersi al passo coi tempi e in linea con le principali nazioni europee. Va infatti ricordato che in Europa ogni Paese tratta questo argomento in maniera diversa».

Vi siete accorti di una cosa? Nastasi non parla di legge, anche perché come citato sopra il testo della legge parla chiaro: se stai raccontando di una mostra (diritto di cronaca) e usi immagini che non possono in pratica essere rivendute come opere tu hai il diritto di farlo. Nastasi sta dicendo che la SIAE eviterà benignamente di chiederti i soldi, sapendo che citarti a giudizio porterebbe a un’ulteriore sconfitta: certo, tra un paio d’anni, ma gente tignosa ce n’è sempre. D’altra parte il punto è sempre lo stesso: gli autori, soprattutto quelli piccoli che ottengono solo le briciole e presumibilmente non vedono nemmeno un euro di questi diritti che finiscono in un unico calderone, ci guadagnano di più a essere citati in un articolo di giornale o nella brochure di una mostra oppure nel modo che la SIAE persegue attualmente?

D’altra parte è una vita che Wikipedia aspetta un decreto attuativo che specifichi quale sia la bassa risoluzione per le immagini ammessa dal comma 1 bis dell’articolo 70 della legge sul diritto d’autore, e immagino che finché ci sarà la SIAE potremo aspettare ancora una vita o due…

Autarchia artistica

Monday, 8 April 2024 02:51 UTC


L’anno scorso un tribunale italiano aveva stabilito che Ravensburger doveva pagare i diritti allo stato italiano se voleva fare un puzzle raffigurante l’Uomo vitruviano di Leonardo, insomma la figura che vedete su una faccia delle italiche monete da un euro. Come fa a essere sotto copyright? forse vi chiederete. La risposta è “no, non è ovviamente sotto copyright né lo è mai stato, ma lo Stato Italiano nella sua indefinita saggezza ha deciso che le opere da esso possedute non possano essere riprodotte se non pagando al suddetto Stato un balzello. Tutto questo è stato definito più volte da governi di ogni colore, dal Codice Urbani sotto la buonanima di Berlusconi all’Art Bonus di Franceschini fino agli attuali tariffari (oggettivamente da poco ridotti di costo) con l’attuale governo.

Qualche giorno fa, però, una corte di Stoccarda ha sostanzialmente detto “In Italia potete fare quello che vi pare, o quasi: ma non potete pretendere che all’estero si rispetti quella che è una vostra legge locale”. Qual è il risultato pratico? Lo Stato (cioè noi) ha sprecato un po’ di soldi per fare un’inutile causa in Germania; Ravensburger e gli altri si limiteranno a non vendere in Italia cose basate su opere d’arte italiana; e noi rimarremo cornuti e mazziati. Ma forse è tutta una manovra dell’attuale governo, che si sta fregando le mani all’idea che potrà autarchicamente rafforzare l’italica filiera con produttori nostrani felicissimi di pagare per presentare alla nazione la nostra passata ingegnosità.

Perlomeno dal punto di vista di Wikipedia siamo un po’ più tranquilli: l’immagine dell’Uomo vitruviano può tranquillamente restare, e se noi italiani non potremo usarla a fini commerciali qualcuno se ne farà una ragione.

(l’immagine è ovviamente un particolare dell’Uomo vitruviano, vedi Wikimedia Commons)

Paga Pantalone

Monday, 6 November 2023 03:51 UTC

Piergiovanna Grossi è un’attiva wikipediana. Ma è anche una professoressa a contratto e una ricercatrice, e le è capitato di scrivere un articolo per una rivista locale di settore un articolo sull’attribuzione dell’ex Oratorio del Montirone ad Abano Terme, il tutto corredato con due foto che lei stessa aveva scattato all’archivio di Stato di Venezia. Bene: dopo aver pagato 16 euro per un preventivo, ha ancora dovuto sborsare 2 (due) euro per il privilegio di poter scattare e utilizzare due foto… oltre ad altri 32 euro di marche da bollo.

Il tutto è stato raccontato la scorsa settimana sul Corriere da Gian Antonio Stella (al quale ho un solo appunto da fare. Mi sta anche bene che “è ovvio che l’Italia ha il dovere di mettere dei paletti contro l’uso di foto del David di Michelangelo con delle sneakers ai piedi o del Bacco di Caravaggio con uno smartphone in mano”: ma per quello basta un decreto ministeriale che vieti un uso non documentale delle immagini.) La beffa ulteriore, se ci fate caso, è che dopo tutto il carteggio burocratico con la direttrice i soldi che vanno all’archivio di Stato sono appunto 2 (due) euro: il resto se l’è intascato lo Stato. Insomma, non siamo neppure alla storia del puzzle Ravensburger (che finirà con il produttore che dovrà pagare la sanzione e si guarderà bene da produrre altri puzzle con opere site in Italia, e lo stesso capiterà con tutti gli altri: ottima pubblicità per il nostro patrimonio artistico).

Il ministro Sangiuliano che ha emanato il decreto in questione è solo l’ultimo esponente di una classe politica che è convinta non solo che il patrimonio artistico sia un bancomat, ma anche appunto che si pubblicizzi da solo. Beh, non penso che l’ex Oratorio del Montirone sarà molto visitato, pubblicità o non pubblicità: ma proprio per questo è ancora più sconcertante la richiesta di un balzello…

Wikipedia e i conformismi

Wednesday, 23 August 2023 15:58 UTC

Siamo in estate, non che molto da dire, e così Carlo Lottieri spiega sul Giornale (nella sezione”spettacoli”, chissà come mai) “Così Wikipedia è diventata il baluardo del conformismo“. Bisogna ammettere che Lottieri di conformismo ne sa a pacchi: il suo articolo precedente di domenica si intitola infatti “Così l’università è diventata il regno del conformismo”. Quando hai un bel titolo, perché non sfruttarlo? Io avrei altro da fare, ma sono in spiaggia, fa caldo e per rilassarmi un po’ mi sono messo a commentarlo punto per punto.

Cominciamo da quando Lottieri racconta che

Wikipedia nacque da un’intuizione libertaria. Secondo lo stesso Jimmy Wales, che aveva seguito un corso di teoria economica alla Auburn University, fu la lettura dell’economista Friedrich A. von Hayek a suggerire l’ipotesi di questa enciclopedia on line di cui tutti possono essere i redattori.

Beh, non è proprio così. Inutile dire che l’articolo non contiene nessuna fonte per le affermazioni di Lottieri: mica sta scrivendo Wikipedia. La fonte ve l’ho trovata io e dice questo: “to share and synchronize local and personal knowledge, allowing society’s members to achieve diverse, complicated ends through a principle of spontaneous self-organization.” e ancora “When information is dispersed (as it always is), decisions are best left to those with the most local knowledge.” Tenete a mente soprattutto questa seconda frase. (poi io sono convinto che quella di Jimbo sia una razionalizzazione a posteriori: ricordate che Wikipedia nasce come testo di lavoro per scrivere Nupedia che era tutto meno che autoorganizzata).

Nella più classica costruzione di una polemica, Lottieri continua scrivendo

Sul piano delle informazioni si può essere ragionevolmente fiduciosi che Wikipedia sia credibile, anche grazie al costante monitoraggio riservato a ogni lemma.

(Occhei, i lemmi sono in un dizionario e non in un’enciclopedia, ma evidentemente il liberismo non fa di queste distinzioni) Non che questo sia vero, come sanno tutti quelli che passano tanto tempo su Wikipedia, ma tant’è. Ma poi continua

È però evidente che tra gli autori (tra coloro che spontaneamente e senza remunerazione redigono i testi) è più facile trovare professori di scuola media invece che artigiani, bibliotecari invece che imprenditori, e via dicendo. I primi hanno più tempo a disposizione e spesso si ritengono adeguatamente competenti per trattare questioni di diritto, metafisica, sociologia, letteratura spagnola e via dicendo.

E qui si cominciano a vedere le sue fallacie. Per chi “è evidente”? Perché “è evidente?” Dando per buono che imprenditori e artigiani abbiano meno tempo a disposizione perché loro devono tenere in piedi l’economia – ma vi assicuro che gli imprenditori ci sono eccome, solo che l’unica conoscenza locale che paiono avere è quella del loro CV, e per le regole di Wikipedia in lingua italiana i CV vengono cancellati senza se e senza ma – cosa gli fa dire che loro si ritengono competenti per tutto? Il tutto senza contare che Wikipedia da buona enciclopedia raccoglie e organizza informazioni altrui, e le competenze per organizzare l’informazione sono molto più semplici da ottenere rispetto a quelle per crearla. Continuiamo:

Ne discende che nelle voci dell’enciclopedia on line troviamo uno spirito da servizio pubblico che si converte in un costante tono censorio verso ogni eresia.

Lo spirito da servizio pubblico c’è, tranne per i tanti che ritengono di essere gli unici depositari della verità. Perché si convertirebbe in un tono censorio contro ogni eresia? Non ci è dato di sapere. Forse è perché

Va aggiunto, inoltre, che esiste un comune sentire che unisce la maggior parte di quanti hanno letto, nel corso della loro vita, un certo numero di libri.

Me l’avevano sempre detto, che leggere troppi libri fa male. La conoscenza locale si ottiene lavorando, mica leggendo! Non può poi mancare il solito attacco frontale:

[…] Si tratta dei cosiddetti «amministratori», a cui spetta anche di decidere in un senso o nell’altro quando le divergenze si fanno ingestibili. Basta leggere qualche discussione per comprendere che si tratti per lo più di quella piccola porzione della popolazione che, in Italia, quando al mattino va all’edicola compra La Repubblica oppure il Corriere della Sera.

Per quanto mi riguarda, ho smesso da un pezzo di leggere giornali italiani se non per qualche articolo come questo che mi viene segnalato; ho sentito qualche altro sysop e sono tutti sulla mia linea, anche perché quando uno ha lavorato un po’ su Wikipedia comincia a non fidarsi troppo di qualunque notizia.

Il risultato è una mancanza di senso critico che rende Wikipedia assai sbilanciata a favore di talune posizioni.

Altra affermazione apodittica. Anche ammettendo il percorso logico “essendo gente che legge solo Repubblica e Corriere le loro posizioni sono spiaggiate sul mainstream”, faccio notare come gli amministratori (il soggetto della frase) non scrivono loro le voci su Wikipedia. Possono al più cancellare una voce, ma non piegarla eliminando “il senso critico “. Lo fanno in maniera coercizione bloccando chi non la pensa come loro? Se fosse vero basterebbe fare esempi espliciti. Ricordo che la storia di una voce è pubblica, e si può vedere se c’è una campagna sistematica.

L’unico punto su cui devo dare ragione sul metodo a Lottieri è quello che scommetto gli sta davvero a cuore (oppure su cui gli è stato chiesto di scrivere): quando cioè si lamenta che nella voce sul riscaldamento globale

In effetti, le tesi di quanti sono scettici al riguardo (premi Nobel inclusi) non sono citate: neppure per essere contestate.

Almeno a ora, la sezione relativa non riporta nulla al riguardo, e la cosa è contro le linee guida che richiedono che opinioni in minoranza siano riportate con il rilievo corretto (minimo in questo caso, perché la minoranza è minima, ma non nullo). Al solito, Lottieri si è però dimenticato di fare nomi e ho dovuto mettermici io. A parte la vecchia storia di Rubbia, immagino si riferisca a John Clauser. (Apprezzerete che io abbia scelto un link a suo favore, spero). Non so se notate un fil rouge: Rubbia è un fisico teorico delle particelle, Clauser un fisico quantistico. Sicuramente grandi scienziati, ma la loro “conoscenza locale” della climatologia sarà probabilmente superiore alla mia ma ben lontana dall’essere a tutto campo. E allora che diavolo c’entra Hayek? Chiaramente nulla, almeno per quanto riguarda l’organizzazione di Wikipedia. Spero che a quella voce si aggiunga un capoverso sulle attuali teorie non mainstream, che tra l’altro mi pare siano cambiate nel tempo (prima si negava il contributo antropico, ora si dice che non è rilevante e comunque le variazioni che vediamo sono normali se non ci si limita a considerare gli ultimi 150 anni), ma anche se ci sarà non credo Lottieri sarà contento.

Termino pensando male e facendo peccato. Ora il Giornale è della famiglia Angelucci che ha sicuramente il dente avvelenato contro Wikipedia. Aspettatevi tanti altri articoli così.

Aggiornamento: mi è stato fatto notare che esiste la voce Controversia sul riscaldamento globale. Se però non c’è un collegamento diretto dalla sezione della voce principale,come fa il povero utente (io o Lottieri) a trovarla?

Ultimo aggiornamento: 2023-08-24 08:27

Alessandro Orsini, Wikipedia e querele

Monday, 19 June 2023 09:22 UTC

Alessandro Orsini è un professore universitario (associato, se non sbaglio). È anche un opinionista televisivo, soprattutto a partire dall’invasione russa dell’Ucraina dove la sua posizione nettamente filorussa lo ha fatto diventare un invitato seriale. Un corollario di questa presenza è che i suoi fan hanno cominciato a cercare di inserire la voce su di lui in Wikipedia.

Ma nell’edizione italiana di Wikipedia ci sono varie regole per definire se qualcosa o qualcuno è da ritenere rilevante e quindi inseribile nell’enciclopedia (nel gergo wikipediano si dice “enciclopedico”). Essere professore universitario non rende enciclopedici. Essere un opinionista televisivo meno ancora. La situazione rimase in stallo finché non si notò che nel 2010 Orsini vinse il Premio Acqui Storia con il suo libro Anatomia delle Brigate Rosse. Il Premio Acqui è considerato rilevante, e per traslato anche Orsini è considerato rilevante come scrittore. Le informazioni sulla sua carriera universitaria e la sue apparizioni televisive appaiono, ma come aggiunte secondarie.

Il problema è che il suddetto libro ha avuto in gran maggioranza recensioni molto negative, che quindi occupavano buona parte del contenuto. (Io non l’ho letto, quindi non posso dare un giudizio personale). Questo non piaceva a Orsini e ai suoi fan, e la voce in tutto questo tempo è stata un campo di battaglia. Siamo arrivati al doxxing, con un amministratore che dalle pagine del Fatto Quotidiano è stato accusato da un utente di nickname Gitz6666 di essere in conflitto di interessi su quella voce e si è dimesso; e giovedì scorso un avvocato ha mandato una PEC a Wikimedia Italia (che non c’entra un tubo, ma questo concetto non è mai entrato in testa) chiedendo la cancellazione, entro 5 giorni, della voce su Orsini che ritiene diffamatoria e informazioni sull’identità di sei amministratori di wikipedia in italiano per sporgere querela per diffamazione nei loro riguardi.

Io non dovrei essere tra i sei, considerando che non sono stato contattato: d’altra parte l’unica modifica che avevo fatto su quella voce era stata sostituire alla frase

In occasione della partecipazione di Orsini ad alcune trasmissioni televisive, suscitano diverse polemiche alcune sue posizioni sul tema dell’invasione russa dell’Ucraina del 2022, in particolare l’idea che l’espansione a est della NATO sia concausa della guerra e le critiche alla debolezza dell’Unione europea.

la frase

Durante l’invasione russa dell’Ucraina del 2022 suscitano diverse polemiche alcune sue posizioni, in particolare l’idea che l’espansione a est della NATO sia concausa della guerra.

dove non mi pare di vedere diffamazione. AD ogni modo Wikimedia Italia ha detto di contattare la Wikimedia Foundation, cosa che immagino sia stata fatta perché in questo momento la voce è oscurata e protetta, e immagino non tornerà mai su Wikipedia in lingua italiana se non per circostanze eccezionali, tipo l’assegnazione del Nobel per la pace. Non ho idea se ciò che voleva Orsini fosse proprio la cancellazione e non la sostituzione con un testo agiografico: ad ogni modo è andata così, e Wikipedia sopravviverà anche senza dire a tutti chi è Alessandro Orsini.

Aggiornamento: (12:15) E invece no, a quanto pare a Orsini bastava che il mondo non sapesse attraverso Wikipedia delle stroncature del suo libro. È chiaro che io non capirò mai la mente umana.

Ultimo aggiornamento: 2023-06-19 12:23

Quanto ci costa la cultura

Tuesday, 23 May 2023 02:51 UTC

no, non è quella vera

Nel silenzio generale, il mese scorso è stato approvato il D.M. 161 11/04/2023 del Ministero della Cultura, “Linee guida per la determinazione degli importi minimi dei canoni e dei corrispettivi per la concessione d’uso dei beni in consegna agli istituti e luoghi della cultura statali”. In pratica, se uno vuole fare una foto di un monumento (non sotto copyright), magari per una pubblicazione accademica, dovrà sganciare un discreto numero di euro al MiC: euro che forse – ma non è detto – basteranno per pagare i funzionari che dovranno far girare tutta la trafila burocratica. Il tutto cercando di convincere il volgo che ce lo chiede l’Europa, dato che il decreto recita tra l’altro

«VISTA la Direttiva (UE) 2019/790 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019, relativa all’apertura dei dati e al riutilizzo dell’informazione nel settore pubblico e che modifica le direttive 96/9/CE e 2001/29/CE, recepita mediante il decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 177»

Il tariffario è assurdo: non lo diciamo noi di Wikimedia Italia ma l’Associazione Italiana Biblioteche, che nota come per esempio chiedere copie digitali costi il triplo delle stesse copie (nel senso di avere la stessa risoluzione) stampate. Ma soprattutto è un ulteriore tassello per impedire di pubblicizzare i nostri beni culturali. Questo non lo pensa solo il governo: in questi giorni il tribunale di Firenze ha sentenziato che non si può usare l’immagine del David di Michelangelo senza autorizzazione e senza aver pagato i diritti (occhei, in questo caso il tariffario dice 20000 euro: il funzionario se lo pagano), con un ulteriore esborso di 30000 euro per l’editore che «ha insidiosamente e maliziosamente accostato l’immagine del David di Michelangelo a quella di un modello, così svilendo, offuscando, mortificando, umiliando l’alto valore simbolico ed identitario dell’opera d’arte ed asservendo la stessa a finalità pubblicitarie e di promozione editoriale». Non che io capisca perché quei soldi debbano andare alla Galleria dell’Accademia e non a un eventuale fondo statale, ma tant’è.

Mi chiedo solo cosa faranno adesso con la copia della Fontana di Trevi costruita in Brasile… altro che Totò!

L’invecchiamento di Wikipedia

Wednesday, 28 December 2022 03:04 UTC


Questo è un frammento della voce attuale di Wikipedia sulla rete tranviaria di Nizza. Tutto bene, se non fosse per il fatto che la linea 2 è in funzione dal 2019 (sono un po’ più veloci di noi, mi sa).

Non è la prima volta che mi è capitato di trovare voci create e poi lasciate lì a vegetare senza aggiornamenti. È ovvio che nessuno è obbligato a mantenere a vita una voce: però casi come questo fanno capire che non bisogna mai dare per scontato quello che si trova scritto…

(L’altra faccia della medaglia è la cancellazione immediata dei cosiddetti “recentismi”, aggiunte su fatti del giorno che tra qualche mese saranno giustamente considerati inutili…)

Anglofilia

Wednesday, 21 December 2022 10:04 UTC

Per comprensibili motivi, io ricevo la rassegna stampa su Wikipedia e Wikimedia. È un po’ sgarrupata, nel senso che devo scartare tutti gli articoli che hanno semplicemente una foto (giustamente) accreditata a Wikimedia Commons, ma va bene così. In genere trovo dai 10 ai 20 articoli: oggi ce n’erano ben 71, quasi tutti dedicati al nuovo “portale enciclopedico” russo presentato ieri e quasi tutti copiati più o meno verbatim dal lancio Adnkronos. Le testate più oneste lo segnalano, le altre fanno finta di niente.

Gli unici fuori dal coro sono stati quelli di Tag43, che hanno intitolato “La Russia prende le distanze da Wikipedia, ecco Znanie”. Naturalmente Znanie in russo significa “conoscenza”, esattamente come l’inglese Knowledge. Solo che evidentemente lo stagista di Adnkronos ha preso un lancio in lingua inglese, l’ha tradotto e non ha pensato che forse i russi non avevano usato un nome inglese per il loro portale; e tutti gli altri stagisti dei quotidiani hanno copincollato il lancio d’agenzia senza farsi troppe domande, che presumo non siano compatibili coi miseri emolumenti che prendono. A questo punto però tanto valeva fare gli autarchici e scrivere che si chiamerà “Conoscenza”, no?

Io non ho nessuna idea di quale sia la linea editoriale di Tag43, ma ho molto apprezzato come hanno trattato questa notizia.

Ultimo aggiornamento: 2022-12-21 11:04

Come farsi aggiornare la voce Wikipedia su di sé

Wednesday, 21 December 2022 03:04 UTC

Emily St. John Mandel è una scrittrice canadese nota per i suoi libri Stazione Undici (credo che ne abbiano fatto anche una serie tv, ma è un campo in cui non mi addentro) e Mare della tranquillità. Qualche giorno fa ha scritto un tweet chiedendo chi poteva intervistarla… per poter far sì che nella sua voce su Wikipedia (in inglese, in quella italiana non era nemmeno scritto che era sposata) che era divorziata. In qualche ora Slate ha pubblicato un’intervista dal titolo che dice “Un’intervista del tutto normale con la scrittrice Emily St. John Mandel” e catenaccio “Solo per chiedere all’autrice di Station Eleven e Sea of Tranquility che ha fatto quest’anno, tutto qui”. E in effetti la voce di en.wiki è stata immediatamente aggiornata. In realtà non serviva nemmeno l’intervista: almeno fino ad oggi, la spunta blu di Twitter è una verifica dell’identità della persona, e quindi la prima fonte che attestava il divorzio è stato quel tweet, sostituito poi dal link all’intervista.

Per quanto la cosa vi possa sembrare stupida (e sicuramente è sembrata tale a Mandel), Wikipedia funziona così. Un’affermazione deve avere una fonte affidabile, e nessuno può sapere se l’utente che scrive “Emily St. John Mandel è divorziata” è effettivamente Mandel o qualcuno che vuole fare uno scherzo. Leggendo il thread su Twitter, però, mi sa che il contributore che le ha detto che “occorreva una fonte comparabile” ha fatto un po’ di casino: come ho scritto, quello che conta è una fonte affidabile che si possa citare con tranquillità.

Un’ultima curiosità: nell’intervista a Slate, Mandel scrive che vedersi ancora definita sposata (si è separata ad aprile dal marito, e il divorzio è stato concesso a novembre) “was kind of awkward for my girlfriend”. Ieri BBC ha scritto un articolo in cui affermavano che si erano offerti anche loro di intervistare Mandel. Com’è, come non è, nel loro articolo quella frase non c’è :-)

Inventori farlocchi del tostapane

Monday, 21 November 2022 03:04 UTC

Adam Atkinson mi ha segnalato questo articolo della BBC in cui si racconta come per dieci anni la voce inglese sul tostapane indicava come suo inventore una persona inesistente di nome Alan MacMasters. A quanto pare, durante una lezione universitaria il professore sconsigliò gli studenti di usare Wikipedia come fonte, facendo l’esempio della voce “toaster” dove si diceva che l’inventore era un tale Maddy Kennedy. L’Alan MacMasters reale era uno di quegli studenti, e un suo amico modificò la voce indicando come inventore appunto “Alan Mac Masters”. Il guaio è che poco dopo il Daily Mirror osannò MacMasters come un grande inventore scozzese, e le citazioni continuarono a crescere, anche perché MacMasters creò una voce sul suo inesistente omonimo con tanto di fotografia (ovviamente ritoccata per farla sembrare ottocentesca). MacMasters fu addirittura proposto come personaggio da raffigurare nelle banconote scozzesi, anche se a quanto pare la Bank of Scotland ebbe dei dubbi e lo scartò. Solo poco tempo fa un ragazzino ebbe dei dubbi sulla biografia di MacMasters e mise in moto le squadre wikipediane di verifica, che hanno scoperto la burla.

E in Italia? MacMasters non è mai stato inserito nella voce, ma nel 2018 un anonimo aggiunse il seguente capoverso:

nel 1897 Carlos Decambrè, inventò il ”tost” che si diffuse in tutta europa. questo tost veniva fatto con del pane normale, prosciutto,tacchino e diversi formaggi. Esso garantiva un buon pranzo per i nobili perchè all’epoca i salumi e i formaggi era cibo considerato da ricchi.

Peccato che le uniche occorrenze in rete del cognome Decambrè siano del tipo “Carlos Decambrè inventò il tostapane”, ovviamente senza fonti perché scopiazzature da Wikipedia senza chiaramente citarla. Questo a parte il fatto che se mi fosse capitato di vedere un’aggiunta sgrammaticata simile l’avrei cassata al volo perché senza fonti attendibili…

“contrafforte volante”?

Monday, 4 July 2022 02:04 UTC

Premetto che ho molti amici traduttori :-) (e un paio di loro sono anche tra i miei ventun lettori… ma ovviamente non sto parlando di loro). In un libro (tradotto dall’inglese) che ho appena letto ho trovato a un certo punto scritta l’espressione “contrafforte volante”. Ora, come penso molti di voi io so più o meno cos’è un contrafforte, ma l’ultima volta che ne ho sentito parlare sarà stato all’inizio del liceo, cioè 45 anni fa (per me che sono anzyano: your mileage may vary). Tra l’altro manco sapevo come si dica in inglese “contrafforte”: sono andato a cercare e ho scoperto che è “buttress”. Una rapida ricerca mi ha fatto trovare la voce di Wikipedia in inglese “flying buttress”: l’ho aperta, ho controllato qual è il nome della versione in italiano e ho scoperto che si dice “arco rampante”. (Ok, a questo punto il mio neurone ha tirato fuori il disegnino dei contrafforti ad archi rampanti, ma questa è un’altra storia)

La mia domanda è semplice. È possibile che un traduttore trovi scritto “flying buttress”, traduca parola per parola, e non si renda conto che il sintagma in italiano non ha senso? È possibile che non gli sia mai venuto in mente di usare Wikipedia in questo modo non standard ma utilissimo per la terminologia tecnica? (E comunque anche Wordreference riporta la traduzione).

Fino al 15 giugno il Ministero della Cultura (MIC) ha indetto una consultazione pubblica sul Piano nazionale di digitalizzazione del patrimonio culturale:

la visione strategica con la quale il Ministero intende promuovere e organizzare il processo di trasformazione digitale nel quinquennio 2022-2026, rivolgendosi in prima istanza ai musei, agli archivi, alle biblioteche, agli istituti centrali e ai luoghi delle cultura statali che possiedono, tutelano, gestiscono e valorizzano beni culturali.

Ho letto le linee guida per la circolazione e il riuso delle immagini, e ho capito che la linea del MIC – “cacciateci i soldi” – non è cambiata di una iota. La cosa peggiore è che il piano pare essere un patchwork: le sue premesse sono assolutamente condivisibili, ma nella fase di assemblaggio qualcuno ha ben pensato di disattendere tali premesse per una presunta capacità di ottenere ricavi.

Tanto per essere chiari: non c’è nulla di male se il MIC vuole creare e vendere degli NFT a partire dalle opere che ha in cura. Io non riesco a capire perché uno vorrebbe mai avere un NFT, ma è evidente che c’è gente che invece li vuole; e allora che li si faccia e li si venda. Tanto quelli sono per definizione entità non copiabili, o se preferite uniche. I problemi sono altri. Per esempio,l’avere un sistema NC (non commerciale) per default sui contenuti in pubblico dominio, cosa che è incompatibile con i progetti Wikimedia e OpenStreetMap. Il tutto con una “licenza” (non lo è, e anche nelle linee guida la cosa viene rimarcata) “MIC Standard” che porterà a risultati parossistici. Mi spiego meglio. Se qualcuno chessò negli USA pubblica una traduzione non autorizzata del mio Matematica in pausa caffè, il titolare dei diritti (Codice Edizioni) può contattare le autorità statunitensi, bloccare la vendita e citare a giudizio il malcapitato editore. Questo perché le leggi sul diritto d’autore sono state (più o meno) armonizzate in tutto il mondo, e quindi i diritti di sfruttamento economico sono tutelati ovunque. Ma se lo stesso qualcuno usa commercialmente un’immagine del Colosseo con l’etichetta – esplicita o implicita – “MIC Standard”, il ministro può strillare quanto vuole ma non succederà nulla, perché dal punto di vista delle autorità USA quell’immagine è nel pubblico dominio. Insomma, gli unici eventuali guadagni arriverebbero dai nostri compatrioti, mentre all’estero potrebbero fare quello che vogliono.

Per quanto riguarda Wikipedia Commons, c’è persino una citazione esplicita:

Il download di riproduzioni di beni culturali pubblicati in siti web di terze parti non è sotto il controllo dell’ente pubblico che ha in consegna i beni (ad es. le immagini di beni culturali scaricabili da Wikimedia Commons, realizzate “liberamente” dai contributori con mezzi propri per fini di libera manifestazione del pensiero e attività creativa, e quindi nella piena legittimità del Codice dei beni culturali). Rimane nelle competenze dell’istituto culturale l’applicazione di corrispettivi per i successivi usi commerciali delle riproduzioni pubblicate da terze parti.

Rileggete questa frase. Ve la traduco in italiano corrente: Wikimedia Commons viene trattata alla stregua di una vetrina pubblicitaria dove l’unico lavoro da parte dello stato è farsi dare i soldi da chi prende da lì del materiale. Come forse immaginate, non è che la cosa ci piaccia più di tanto…

Ah: al MIC non piace proprio la CC0, la licenza che formalizza il rilascio di un oggetto o un’informazione nel pubblico dominio. Infatti (grassetto mio) si legge che

l’uso di dati e riproduzioni digitali del patrimonio culturale per finalità di studio, ricerca, libera manifestazione del pensiero o espressione creativa, promozione della conoscenza, che non abbiano scopo di lucro diretto è libero per legge;

Quindi anche i metadati – a differenza per esempio di Wikidata, dove tutti gli elementi presenti hanno licenza CC0 – sono sotto una licenza di tipo NC. La digitalizzazione dei metadati è insomma qualcosa che si può fare solo per offrirlo poi gentilmente al MIC che sicuramente ci farà tanti soldi. Che gioia, vero?

L’età dei personaggi pubblici

Tuesday, 17 May 2022 02:04 UTC


Magari qualcuno si può chiedere perché l’anno scorso GQ ha pensato di dedicare un articolo a Stefania Rocca per il suo… quarantaseiesimo compleanno. A parte Valentino Rossi, il 46 non è che dica molto, non è mica il quarantadue! Se questo qualcuno è curioso, però, magari dà un’occhiata all’URL dell’articolo e scopre che c’è scritto “stefania-rocca-50-anni-rock”. In effetti, ricordare il cinquantesimo compleanno ha molto più senso, su questo non ci piove. E in effetti si fa in fretta ad andare sull’Internet Archive e vedere che l’articolo originale si intitolava “Stefania Rocca, i primi 50 anni di un’anima rock”.

L’altra settimana, però, la signora Rocca e/o il suo agente hanno deciso che il passato era passato, e quindi l’età della signora Rocca è di soli 47 anni. Per posti come GQ ci devono essere argomenti molto convincenti per fare riscrivere un articolo pubblicato l’anno scorso; su Wikipedia la cosa potrebbe sembrare banale ma in realtà è un po’ più complicata, come potete vedere. Mi è stato riferito (ma potrebbe essere una malignità…) che l’agente in questione ha mandato alla Wikimedia Foundation un codice fiscale della signora Rocca dove risulta il 1975 come data di nascita… ma il codice fiscale in questione corrisponde a un maschio e non a una femmina.

Ad ogni modo, la signora Rocca non è certo l’unica persona a cercare di inserire su Wikipedia una data di nascita diversa da quella che era sempre stata considerata tale in passato. Il primo caso che mi viene in mente è quello del mago Silvan (simsalabim!), ma anche Elisabetta Sgarbi, come già scrissi, afferma di essere nata nel 1965 come anche riportato dalla Treccani: il talento della signora Sgarbi si notava fin da ragazza, considerando che ha conseguito la laurea in farmacia nel 1980… Avevo anche segnalato alla Treccani che nel sito c’era stato uno scambio di caratteri, e il 1956 che è la data di nascita della signora Sgarbi era diventato 1965, ma non mi hanno mai risposto. Non so se Wikipedia abbia più errori della Treccani, ma sicuramente correggerli è più semplice!

Cina, Wikipedia e copyright

Thursday, 12 May 2022 10:12 UTC

Probabilmente non ve ne sarete accorti, visto che la notizia è passata solo su Wired (dove il titolista fa ancora fatica a distinguere Wikipedia da Wikimedia…) e CorCom: per il terzo anno consecutivo la Cina ha bloccato l’ingresso del movimento Wikimedia come osservatore in WIPO, l’agenzia delle Nazioni Unite che ha lo scopo di incoraggiare l’attività creativa e promuovere la protezione della proprietà intellettuale nel mondo. Dopo due anni in cui Wikimedia Foundation ha inutilmente cercato di essere accreditata, stavolta le richieste sono state fatte da alcuni capitoli nazionali (Francia, Germania, Messico, Svezia e Svizzera oltre all’Italia), e la richiesta esta stata portata al Comitato Permanente sul Copyright e i Diritti Connessi (SCCR) di WIPO. Niente da fare: come le altre volte, la Cina ha dichiarato he anche i capitoli Wikimedia locali sono complici nel diffondere disinformazione. Negli anni passati il dito veniva puntato contro Wikimedia Taiwan, indicato come eterodiretto dalla Foundation: quest’anno direi che non c’è nemmeno stato bisogno per i cinesi di cercare di spiegare quale disinformazione sul copyright cinese viene propagata da Svezia o Messico. A questo punto Nicaragua, Bolivia, Venezuela, Iran e Russia hanno colto la palla al balzo e fatto rinviare la decisione sull’accreditamento per mancanza di unanimità.

Anche ammettendo che Wikimedia Taiwan faccia opera di disinformazione assoldando persone che scrivano sulle varie edizioni linguistiche di Wikipedia, resta il punto di partenza. Qui stiamo parlando di un comitato che parla di copyright e diritti connessi – cosa che ci ha sempre visti coinvolti come Wikimedia Italia. Essere membri osservatori non ci avrebbe per definizione dato il diritto di voto, ma ci avrebbe permesso di far sentire meglio la nostra voce su temi di cui ci occupiamo da sempre. Invece nulla da fare, e questo per ragioni prettamente politiche e indipendenti dal tema istituzionale. Non che ci aspettassimo chissà cosa, ma resta un peccato…

Ultimo aggiornamento: 2022-05-12 12:12

Su Valigia Blu, Bruno Saetta spiega la decisione della Corte di Giustizia europea su una richiesta da parte della Polonia (fatta nel 2019…) a proposito dell’articolo 17 dell’ormai famosa direttiva copyright. La Polonia chiedeva che fossero abolite le norme per cui i fornitori di servizi digitali devono attivarsi per fare in modo che nei loro servizi non siano disponibili opere in violazione dei diritti d’autore, o in subordine, se queswto non fosse tecnicamente possibile perché l’articolo non sarebbe rimasto in piedi, abolire tutto l’articolo. La ragione della richiesta era semplice: per controllare preventivamente tutto il materiale postato dagli utenti, i fornitori di servizi sarebbero stato costretti ad applicare sistemi di filtraggio automatico, cosa che sarebbe andata contro il diritto alla libertà di espressione e di informazione degli utenti.

La Corte di Giustizia europea ha respinto la richiesta, e quindi le cose restano come ora. È però importante capire come ha giustificato la sua decisione, perché si scoprono molte cose. Innanzitutto, il filtraggio preventivo è in effetti una limitazione al diritto alla libertà di espressione e di informazione degli utenti; quello che fa la direttiva è trovare un punto di compromesso tra questi diritti fondamentali e quelli dei proprietari dei contenuti. Attenzione: diritti dei proprietari, non degli autori! Saetta ricorda tra l’altro che se le aziende del copyright ci tengono a precisare che anche loro difendono i diritti fondamentali – un caro saluto a Enzo Mazza, già che ci sono… – il relatore ONU per i diritti culturali ha fatto presente che nel campo della proprietà intellettuale i diritti fondamentali sono solo i diritti morali, vale a dire affermare che l’opera è mia. E questi diritti, a differenza di quelli economici, non sono trasmissibili.

La seconda cosa da notare è che proprio perché si afferma che c’è una limitazione ai diritti degli utenti si ammette implicitamente che il filtraggio automatico è imposto dalla direttiva: altrimenti il problema non si porrebbe. Eppure, come leggete per esempio qui, l’ineffabile relatore Axel Voss aveva twittato dicendo che questo era una falsità e che quindi non ci fosse più motivo per non approvare la direttiva. (Come? il tweet originale non esiste più? Ah, signora mia, che vergogna! Non ci si può fidare di nessuno!) Vabbè, ma tanto questo lo sapevamo già.

Seguono infine i paletti (o se preferite, le garanzie) a tutela degli utenti finali: dalle segnalazioni dei titolari dei diritti che devono essere circostanziate (insomma, non basta dire “avete roba mia”) al non dover bloccare i contenuti leciti (e una parodia è un contenuto lecito) a un meccanismo di reclamo funzionante se qualcuno cancella del materiale che riteniamo essere lecito. Ma soprattutto, i fornitori non hanno alcun obbligo di sorveglianza generale dei contenuti immessi dagli utenti. Non sono loro a dover giudicare se un contenuto è stato caricato illegalmente, ma i giudici.

Il tutto funzionerà? Probabilmente no. Quello che pare certo è che al momento le uniche implementazioni della direttiva che rispettano questi principi sono l’austriaca e la tedesca. Quella italiana no, ma non lo sono neppure la francese e la spagnola che pure dicevano di essere stati bravissimi. Aspettatevi altri ricorsi…